domenica 8 maggio 2016

Ad Amburgo il Laboratorio di Cinema d’ Animazione come strumento linguistico


                                                                                                                                    di Eleonora Lambo

Aver attivato una serie di Workshop di Cinema d’Animazione in Lingua Italiana è stato molto importante per la continuità linguistica dei bambini italiani o figli di Italiani che vivono ad Amburgo.

Dopo l’ultimo Laboratorio qui ad Amburgo, mi sono trovata a fare molte riflessioni sul senso di questo lavoro soprattutto dal punto di vista pedagogico e della formazione, ripercorrendo le tappe di un viaggio che si svolge parallelamente su due territori culturalmente molto diversi tra loro e geograficamente molto distanti: quello siciliano e quello tedesco. Abbiamo cominciato a lavorare con i laboratori in Sicilia dove ancora molto timidamente si trovano situazioni culturali in cui inserire i laboratori, lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo a fronte di mille difficoltà di varia natura.
In Germania dove invece questo tipo di attività, sono molto diffuse il  “Laboratorio di Cinema d’animazione in Italiano” rappresenta una vera e propria novità per il fatto che si svolge  in lingua italiana.
Il laboratorio di cinema d’animazione in italiano è diventato per molti bambini e genitori un appuntamento importante ad Amburgo non solo per le caratteristiche del laboratorio, che attraverso la magia dell’animazione permette ad oggetti, storie e personaggi di prendere vita,  ma anche per il fatto che i bambini che vi partecipano hanno la possibilità di lavorare in italiano, raccontare storie in italiano mantenendo attiva la lingua e avendo la possibilità di confrontarsi con altri bambini che come loro sono figli di culture straniere che si sono incontrate e che continuano ad incontrarsi.
Lavorare in Italiano permette inoltre i bambini di conoscere storie di autori come Mario Lodi o Gianni Rodari o autori tedeschi tradotti in Italiano il che aiuta i bambini a sviluppare sempre più capacità di raccontare nella lingua ereditata dai  loro genitori e di interpretare i testi in due lingue.
La “filastrocca dei colori” è stata in questo senso molto significativa e simbolica in quest’ultimo Workshop di Maggio, nella quale l’incontro e il mescolarsi dei diversi colori da alla luce colori e forme nuove.